Storia e origini del marchio Alessi.


Alberto Alessi ha descritto la sua carriera come il susseguirsi di una serie di incontri che gli hanno permesso di approfondire e declinare la sua intuizione iniziale. Franco Sargiani, Ettore Sottsass, Richard Sapper, Achille Castiglioni, Alessandro Mendini, Aldo Rossi, Michael Graves, Philippe Starck sono stati gli “incontri” che, tra gli anni ’70 e gli ’80, hanno contribuito a trasformare l’azienda nella Fabbrica del design immaginata da Alberto.


L’altra importante decisione che caratterizza il decennio è quella di usare materiali diversi dall’acciaio, L'azienda si apre così alla plastica; al legno (nel 1989, con il marchio Twergi); al vetro, alla porcellana e alla ceramica (nel 1992, con il marchio Tendentse e il progetto dei vasi “100% Make up”).


al suo interno la maggior parte dei prodotti Alessi. L'inizio della collaborazione con i designer esterni segna il progressivo abbandono della progettazione dei prodotti da parte dell'Ufficio Tecnico, la cui attività si specializza esclusivamente nello sviluppo dei progetti.

deve la maggior parte degli oggetti prodotti fino al 1945, anno di presentazione del suo ultimo progetto: il servizio da tè e caffè “Bombé”, un archetipo della prima epoca del design italiano. Con gli anni ’50 subentra al padre nella guida dell’azienda completamente l’attività di progettazione .

di svolta culturale introducendo nell’orizzonte dei casalinghi i concetti di ”autore”, ”progetto” e “design”.
Nel 1957, lo shaker “870”, il secchiello per ghiaccio “871” e le molle per ghiaccio “505” sono selezionate per la XI Triennale di Milano: per la prima volta, oggetti Alessi appaiono in una mostra sulla produzione industriale “d’autore”.
nel 1971 e del “Programma 8”, un sistema di oggetti per il servizio della tavola, la cui idea di base è la componibilità degli elementi con forme a base quadrata o rettangolare, difficilissime da produrre in acciaio.
rappresenta uno dei documenti più significativi dell’applicazione industriale di quelle ricerche. Una collezione dalle linee radicalmente nuove, una decisa novità rispetto allo stile di cestini e vassoi prodotti dall’azienda. Emblema della serie il vassoio “Tiffany” di Silvio Coppola.
“SONO CAMBIATI I TEMPI: APERTI I CONFINI DELLA GRAFICA A RICERCHE CHE VANNO AL DI LÀ DELLA COMUNICAZIONE VISIVA, PER CERCARE VIE NUOVE IN FORME PLASTICHE, IN UN NUOVO DESIGN” (PINO TOVAGLIA)
dell’industria nella società.
Uno dei primi progetti disegnati per noi è stata la serie di oliere “5070”: piccole “architetture da tavola”, tra gli oggetti più noti della nostra produzione.
Il cavatappi “Anna G”. è il suo progetto più iconico disegnato per Alessi, il cui statuto di figura cult è argutamente sottolineato da un annuncio pubblicitario della Lowe Lintas Pirella Göttsche che la raffigura come una novella Marilyn.
dettagli costruttivamente difficili di cui sono fatti i suoi progetti, ha ingaggiato con i nostri tecnici lunghe e acerrime discussioni. I risultati sono però stati sempre straordinari, come la caffettiera espresso “9090”, primo progetto Alessi per la cucina, o il bollitore con fischietto melodico “9091”, il primo dei nostri bollitori “d’autore”.
Con il suo progetto, Dalisi ha permesso di aprire ulteriormente il mondo industriale dell’azienda all’esperienza concettuale dell’artigianato, insegnando a stemperare le certezze in una vena fragile e poetica, spesso la più adeguata per lavorare intorno a rituali domestici antichissimi.
comprendendo bene il pubblico.
È scomparso nel dicembre 2002, ma la sua straordinaria lezione di intelligenza, umiltà e leggerezza continua a essere di grande ispirazione.
famiglia di prodotti in cui ricorre il linguaggio formale del “capostipite”: una felice fusione di suggestioni colte della tradizione europea, del Déco, del Pop americano e di ricordi di culture precolombiane.
del rapporto dialettico tra l’architettura (o meglio l’urbanistica) e il “paesaggio domestico” in cui questo monumento in miniatura si inserisce. Da questa ricerca sono nate le caffettiere espresso “La conica”, “La cupola” e “Ottagono”, insieme ad altri oggetti legati al rito del caffè.
e sull’ambiguità dell’esperienza moderna”. Sul piano produttivo, la collaborazione con questo progettista porta alla produzione del vassoio “The Campidoglio” che, ispirato all’omonima piazza romana, è la versione in acciaio di quello progettato per l’operazione “Tea & Coffee Piazza”.
del tutto nuovo e autonomo dagli altri progettati. Oggetti dove l’innovazione funzionale si unisce a una forte carica espressiva, traducendoli quasi in “personaggi”. Innovazione funzionale ed espressività tornano anche negli oggetti creati per Alessi, come il “Pasta Set”, dalla forma misteriosa e affascinante che, appena presentato, nessuno ha riconosciuto come una pentola per la bollitura.
mercato. I suoi progetti per Alessi, sono vere opere di design: commuovono, comunicano sentimenti, evocano memorie, sorprendono, trasgrediscono... insomma hanno natura poetica.
archetipa che, sola, giustifica la nascita di un nuovo oggetto nella già troppo affollata società dei consumi. L’incontro tra l’azienda e questo autore risale alla metà degli anni ’70, quando Alberto Alessi desidera produrre il vassoio “Arran” da Mari disegnato per Danese: la cosa riesce solo nel 1997, vent’anni dopo...
al 1989, quando l’architetto svizzero disegna “Eye”, uno dei primi orologi da polso prodotti dall’azienda. Nel 2000 un altro progetto: la coppia di caraffe “Mia” e “Tua”, un ulteriore esempio di quel linguaggio equilibrato, diretto e significativo che caratterizza tutto il suo lavoro.
dare risultati interessanti. Tra i loro disegni è individuato un semplicissimo vassoio col bordo traforato da un motivo di omini, di quelli che si fanno da bambini con le forbici. Nessuno allora avrebbe immaginato che il vassoio “Girotondo” sarebbe divenuto uno degli oggetti più popolari della produzione Alessi.
“CO1369” e l’apribottiglie “Ercolino”, prodotti in legno che lo vedono progettista attento ai temi dell’ecologia e delle forme naturali.
di alcune sue opere architettoniche ricorda il volteggiare nell’acqua di questo animale, i rivestimenti scelti assomigliano a scaglie lucenti. Alla forma di due pesci guizzanti sono ispirati anche il tappo melodico e il manico del bollitore “Pito” che Gehry disegna per Alessi nel 1992.
di Giovannoni nella quale l’autore sente il desiderio di confrontarsi con un materiale diverso dalla plastica. Con la fine degli anni ’90 si chiude il periodo “colorato” dei primi oggetti di plastica poiché è mutato il contesto, aumentata la complessità, la difficoltà anche nelle economie internazionali. Il desiderio di ritornare all’acciaio per Giovannoni riflette e risponde a questo mutamento: un materiale classico, stabile, duraturo.
nei suoi progetti per Alessi: ai personaggi stralunati e fuori dalla norma – come la zuccheriera “Gino Zucchino” o la caffettiera a presso-filtro “Inka” – si affiancano oggetti dalle linee morbide e pittoriche, come il servizio di piatti “Acquerello” e il servizio di posate “All-Time”.
anche alcuni interessanti progetti di design. Il suo segno elegante si ritrova nelle preziose increspature del vassoio “Foix” e di altri oggetti “accartocciati” come il cestino “Port” e l’insalatiera “Enriqueta”.
attraverso lavorazioni artigianali oppure utilizzando tecnologie avanzate. L’uso del metallo gli permette di sperimentare linee organiche che trovano poi facile trasferimento in altri materiali. Autore di oggetti celebri, per Alessi disegna il vaso e le antipastiere a scomparti “Babyboop”, lo shaker “Chiringuito Shaker” e il rinfrescatore “Chiringuito Cooler”.
dettagli innovativi, congiunti a radici antiche, si ritrovano nei suoi progetti per Alessi, come il cavatappi “Socrates”, i bicchieri “Glass Family” o le pentole “Pots&Pans”.
su di lui: “per un ragazzino ossessionato dal progettare e costruire era un’immensa fonte d’ispirazione. Ero stupefatto dall’infinita abilità dei designer e dell’industria di produrre ogni prodotto industriale concepibile, dagli arredi alle automobili”. Tra i diversi oggetti disegnati per Alessi, l’apribottiglie “Stavros.
comune. Nella sua opera di designer è attento al rapporto tra oggetto e utente, a progettare in esso spazi di scelta e interazione. La caffettiera “coffee.it”, il macinapepe “pepper.it” o il cavatappi “screw.it” sono chiari esempi di questo suo approccio.
Questo aspetto si ritrova anche nei suoi progetti di design. L’autore disegna oggetti che racchiudono un carattere “prototipale”, esprimendo qualità atemporali e uniche.
Dallo scambio tra l’autore e la Alessi sono nati interessanti progetti, come la collezione per la tavola “Tonale” e la sedia pieghevole “Piana”.
dedicata a tale attività. I loro progetti sono caratterizzati da una costante ricerca sui nuovi materiali e le tecniche di produzione. Tale sensibilità per i materiali si ritrova nel servizio di piatti “Colombina collection”, che affianca e giustappone in modo originale porcellana bianca, bone china e melammina di diversi colori.
approccio si riflette anche negli oggetti disegnati per Alessi, come il servizio di piatti, bicchieri e posate “Bettina”, il cui sviluppo ha richiesto più di quattro anni di lavoro. Un progetto complesso, ma indubbiamente tra i più innovativi realizzati dall’azienda in quest’area tipologica.
nascono anche i suoi progetti di design per la Alessi, come le tazzine “Kaeru”, ispirate all’acqua che ristagna intorno a pali di legno o le posate “MU”, “affilate, ma con un tocco di sensibilità ed eleganza... Lineari, ma con le caratteristiche biologiche delle piante...”
coordina per Alessi la ricerca “(UN)Forbidden City”, che ha coinvolto un gruppo di architetti cinesi nel progetto di una delle tipologie tradizionali dell’azienda: il vassoio/contenitore “Trick and Treat” è il suo personale contributo al progetto.
a Ryue Nishizawa suo partner nello studio SANAA, di un poetico quanto raffinato servizio da tè e caffè. Da quel primo progetto, realizzato in argento, sono derivati dei prodotti dalle linee altrettanto poetiche e delicate, come le tazzine e i pezzi del servizio da tè della serie “Fruit basket”.
aspetti e le sfaccettature. La sua acuta e delicata ispirazione minimalista trova espressione nel catalogo Alessi con alcuni progetti semplici ma mai banali, come il vassoio “Disco Volante” e la collezione “Birillo” dedicata alla stanza da bagno.
la scelta di privilegiare l'utilizzo di materiali poveri e di scarti industriali. Filosofia che rievocano anche alcuni dei progetti realizzati per la Alessi, come gli oggetti della serie “Blow up”, nati da un assemblaggio, solo apparentemente casuale, di spezzoni di bacchette d’acciaio inossidabile 18/10.
non reinventa nuove forme legate alla interpretazione tradizionale della sua funzione, ma ricerca nuove modalità di vedere e di pensare quell’oggetto. Queste modalità coinvolgono una partecipazione attiva e un contributo creativo da parte di chi lo usa. Vero product designer, per la Alessi ha disegnato oggetti che comunicano e ci permettono di comunicare come l’orologio da parete “24h Sentence maker”, la fruttiera “Communicator arrow”, il portaoggetti “Communicator plant” e il salvadanaio per semi “Seed safe”.
Ispirazioni evidenti anche negli oggetti disegnati per Alessi, come i cestini della serie “La stanza dello Scirocco”, nati da un ricordo della sua infanzia in Sicilia, o i vasi da fiore “Intanto” creati a partire da una poetica suggestione legata al tempo sospeso del fiore reciso.
I temi sui quali è centrata la sua ricerca in continua evoluzione sono molteplici ma connessi: le nuove modalità dell’abitare; il corretto uso dello spazio disponibile e le relative nuove tipologie; la modularità, l’appropriazione e la flessibilità; l’uso dei colori di cui l’autrice fa un uso del tutto personale. Insieme a Pierre Hermé, matali ha condotto per la Alessi una ricerca sugli utensili per pasticceria.
Nel suo lavoro emerge sovente una tensione critica, civica, “politica”, alla quale si affianca – soltanto
in apparente contraddizione – una ricerca più riflessiva, come quella sulla croce dalla quale è nata la mostra “Cruciale”, presentata a Milano nel 2011. Fra gli oggetti disegnati per Alessi, il set per aperitivi “Ape”, il vassoio “Vassily” e la collezione di accessori per il vino “Noè”.
in modo anticonvenzionale è l’elemento distintivo dei suoi progetti. La creatività di Wanders trova espressione nell’alzata pieghevole “Fat man”, nel servizio per la tavola e nella serie di pentole “Dressed”.
Aarnio dedica una parte del suo lavoro anche alla
creazione di oggetti realizzati in piccola serie: il contenitore multiuso “CrissCross” nasce dalla trasposizione per la produzione industriale di uno dei suoi progetti immaginati per la dimensione artigianale.
e “Design dissolving behavior” sono i due concetti che esprimono la sua convinzione che la semplicità sia uno strumento per raggiungere la completezza e la relazione armoniosa tra oggetto, utente e ambiente.
L’obiettivo del designer non è quindi inventare cose sempre nuove, ma migliorare quello che già esiste, disegnando oggetti che sembrino appartenere da sempre al nostro vissuto quotidiano. Il suo pensiero trova espressione nella serie di pentole “Shiba” e nel bollitore/teiera “Cha”.